lunedì 3 marzo 2008

Commento al programma del Popolo della Libertà

Il programma si compone di 7 temi: rilancio dello sviluppo, famiglia, sicurezza e giustizia, servizi ai cittadini, sud, federalismo, finanza pubblica.
Complessivamente è un programma impegnativo, non sempre entra nei dettagli di come conseguire gli obiettivi prefissati, ma certamente delinea una salutare scossa alle disfunzioni italiane.

1- Rilancio sviluppo: le proposte per le imprese sono tutte positive e urgenti. Poco da aggiungere, salvo il fatto che anche l’Ires va ridotta e che per la semplificazione, tra le varie cose, si potrebbe provare ad uniformare i criteri civilistici e quelli fiscali.

Buoni anche altri aspetti legati al rilancio dello sviluppo, coraggiosa ed opportuna la riapertura di un’agenda nucleare che, unico tra i paesi sviluppati, abbiamo messo da parte da troppo tempo. Si parla anche di incentivi per forme alternative di energia, credo che l’incentivo migliore sarebbe quello di azzerare l’accise sull’etanolo prodotto dalla cellulosa (rifiuti, piante adatte a terreni non agricoli ecc). Unico appunto: si parla di liquidazione di società pubbliche “non essenziali”, vorrei un impegno più stringente da parte dei candidati a tagliare gli sprechi, perché fino ad oggi è stato considerato “essenziale” il mantenimento degli enti più assurdi che si possa immaginare.

2- Famiglia: per quanto riguarda la casa mi sembra ottimo lo scambio proposto nel “piano casa” tra terreni e licenze edilizie.

Bonus bebè: misura necessaria, si potrebbe erogare anche con un buono spendibile per determinati prodotti e servizi.

Utilizzo Poste: su questo sono critico, mi sembra un proposito che cela diversi pericoli di sperpero di risorse. Credo che la cosa migliore da fare con le Poste sia liberalizzare il servizio delel lettere(come è stato fatto per i pacchi) e privatizzarle.

Pratiche mediche assimilabili all’eutanasia: un’espressione un po’ ambigua, sono contrario all’eutanasia ma, se non creo pregiudizio a nessuno, credo sia mio diritto decidere se accettare o meno una terapia, anche se la rinuncia può comportare la morte.
Credito d’imposta per la trasformazione dei contratti: lodevole l’intenzione, ma quello che scoraggia l’assunzione a tempo indeterminato è il fatto che è un rapporto di fatto inestinguibile.

3-Giustizia e sicurezza: è necessario che l’inasprimento della pena sia effettivo, pesante e per numero maggiore di reati.

Si dovrebbe uscire in attesa di giudizio solo versando una cauzione: in attesa del giudizio si deve dare la possibilità di uscire dal carcere, ma solo previo versamento di una cauzione proporzionale alla gravità del reato contestato e alle possibilità economiche dell'inquisito. La fuga, l'inquinamento delle prove e l'arresto per un altro reato comportano la perdita definitiva della cauzione. Avremmo le carceri con meno detenuti in attesa di giudizio ed i delinquenti abituali che ripetutamente entrano ed escono dal carcere troveranno poco conveniente il loro comportamento. Dopo l'abbattimento delle aliquote e la semplificazione del sistema tributario anche l'evasione deve diventare penale, rendendo possibile tramite il sistema della cauzione recuperare effettivamente le somme sottratte al fisco, cosa che oggi è praticamente impossibile.

4- I servizi: discutibile la realizzazione di nuove strutture sanitarie, se non si chiudono quelle vecchie che non funzionano.

5- Sud: manca la misura che, con un po’ di fiducia nelle capacità di imprese e sindacati, potrebbe contribuire veramente a rilanciare il Mezzogiorno, cioè l’abolizione del Contratto Collettivo Nazionale, dando la possibilità di promuovere accordi territoriali ed aziendali.


6- Federalismo: quello che serve è far riscuotere un’imposta (meglio l’IRE) alle regioni che ne trattengono il 100% e ne stabiliscono le aliquote, l’imposta serve per pagare determinati servizi (ad esempio scuola e sanità). Lo Stato con le proprie entrate provvede agli altri servizi (sicurezza, giustizia ecc…). Il rischio è invece di dare il contentino alle Regioni concedendogli una potestà legislativa che finirà per sommergerci di migliaia di norme aggiuntive a quelle esistenti.

7- Piano straordinario per la finanza pubblica: sono in ballo cifre colossali, diciamo che passare al privato 150 miliardi di euro sarebbe un risultato ottimo.

Concludendo, il programma non è una rivoluzione liberista ma comunque mi piace, vorrei però un impegno preciso alla diminuzione della spesa corrente, alla sospensione dei sussidi e dei finanziamenti “filantropici” che servono solo a chi li riceve, troppi nostri soldi sono buttati in pozzi senza fondo improduttivi. E’ necessario quanto prima arrivare al pareggio del bilancio, non è più tempo di debiti, ne abbiamo già tanti pregressi da pagare. Purtroppo manca anche l’abolizione delle inutili strutture provinciali, però l’impegno ad abbassare la pressione fiscale al di sotto del 40% è esplicita e se si vuole conseguirla non credo ci siano a alternative a diminuire le spese.

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