martedì 26 aprile 2011

Ferrovia senza binari, treno senza ruote... una buona idea?

L’idea del treno tubolare è ben spiegata dalle immagini: il treno non ha ruote ma viene fatto scivolare da ruote che girano fissate nei piloni. Il vantaggio principale sarebbe il minor costo della linea rispetto a quelle tradizionali. Inoltre il treno privo di locomotiva risulta molto più economico e leggero, quindi serve meno energia per farlo muovere. Così a occhio mi sembra strano che la linea con i piloni provvisti di motori elettrici possa costare meno di quelle tradizionali, mentre mi pare plausibile, e quasi scontato, che i costi siano inferiori rispetto ad una linea di metropolitana. Un altro vantaggio è la possibilità di scavalcare facilmente ostacoli, autostrade, fiumi, soprattutto in zone fortemente antropizzate, dove trovare un percorso fattibile per nuove linee tradizionali è molto complicato. Certo non è un sistema adatto per il centro storico delle nostre città, ma potrebbe essere un modo per collegare le periferie o i comuni in un arco di 50 km intorno alle grandi città in modo da far allacciare i passeggeri con le linee di autobus o metropolitana esistenti. Non servirebbero grandi velocità quanto piuttosto convogli con partenze frequenti in modo da portare molti passeggeri ogni ora. Del resto il grosso dei problemi di mobilità delle nostre città avviene nelle tangenziali, nell’ingresso e nell’uscita delle stesse.

sabato 23 aprile 2011

W gli Anni Ottanta. Parte seconda.

Certe cose tipiche degli Anni Ottanta, in realtà potrebbero essere ancora attuali, oppure esistevano anche prima, solo che non lo posso sapere, perché crescendo si perde il contatto con il mondo dei giovani, del divertimento e quindi le mie congetture sul modo in cui si divertono i giovani potrebbero anche essere sbagliate.
Ad esempio negli Anni Ottanta si andava in discoteca la domenica pomeriggio (ma si usa ancora?), con i ravioli del pranzo della domenica sullo stomaco.
Negli Anni Ottanta, questo lo ricordo bene, c’erano i pantaloni da ciclista, per le ragazze intendo. Questo non si può dire che non fosse un bel passo avanti rispetto ai pantaloni a zampa di elefante ed alle gonne multicolore. Certo poi la cosa è un po’ sfuggita di mano ed il look si è abbagasciato* sempre più, almeno questa è l’impressione.
Per fortuna (o sfortuna, dipende, alcune cose è un peccato non poterle rivedere, altre… è meglio così!) non si potevano immortalare su Youtube tutte le bravate e le coglionate tipiche dell’adolescenza. Del resto non solo non esisteva Youtube, ma nemmeno Facebook ed in effetti non esisteva proprio nemmeno internet, se non per qualche pioniere isolato.
Non c’era internet, non c’era il telefonino e si riusciva a vedersi lo stesso, le immense compagnie si ritrovavano e si riunivano lo stesso (oggi per vedersi in quattro sono necessarie minimo un paio di telefonate).
Della TV degli anni 80 ho già parlato nella prima puntata, aggiungo solo che il canale tipico degli anni 80 era indubbiamente Italia1. Oggi Italia 1 cerca sempre di essere il canale giovane, sperimentale, fuori dagli schemi, però mi pare che abbia perso quello smalto e che sia molto più scontato, più omologato di prima. Quest’ultima potrebbe anche essere la classica visione da matusa della serie “ai tempi miei”, oltretutto non è che guardo molta TV quindi è un’opinione puramente pregiudiziale e istintiva, ma quella è.
All’epoca c’erano le mitiche Figurine Panini e ci sono ancora, solo che allora le squadre avevano i titolari, le riserve, insomma per farla breve ho già spiegato altrove che era molto meglio.
Poi c’erano Stallone, Swarzenegger, Blade Runner, L’Impero colpisce ancora, Alien, Indiana Jones, cioè tutti i miti dei miti, i migliori dei migliori.
Nessuno prevedeva o pronosticava la caduta del Muro di Berlino, ma c’era la certezza che senza Muro avremmo avuto un mondo migliore.
C’erano Ronald Reagan e Margaret Thatcher e quindi qualcuno che a voce alta dicesse che il sol dell’avvenire non era un destino ineluttabile e che non eravamo noi la feccia del mondo. Cioè, voglio dire, non bisognava per forza tornare ai tempi dei cow boy bravi contro gli indiani cattivi, ma nemmeno più sorbirsi acriticamente la santificazione degli “indiani” di turno, anche se qualcuno continua a proporcela pure oggi. E questo basta a dire W gli Anni Ottanta.

*termine dialettale, significa simile a meretrice

martedì 12 aprile 2011

12 aprile, il giorno che la politica assolse sé stessa

Cosa accade quel giorno, quel 12 aprile 1990? Il Presidente della Repubblica firmò il decreto che promulgava un’amnistia per tutti i reati con pena fino a quattro anni, compiuti fino al 24 ottobre 1989. Era quindi ricompreso il reato di finanziamento illecito dei partiti. La delega al presidente fu approvata alla Camera dei Deputati il 1 marzo 1990 con il voto favorevole di maggioranza e l’astensione dell’opposizione. Per la cronaca, a leggere la dichiarazione di voto per il PCI fu Anna Finocchiaro, sì perché in quella X Legislatura iniziata nel 1987 erano già presenti molti “giovani” politici che da sempre auspicano un rinnovamento della politica! C’erano Fini, Veltroni, Rutelli, Casini, D’Alema… Comunque sia quel 1 marzo in aula c’erano presenti 372 deputati, 224 votarono sì, 6 votarono no e quindi tutti i reati finanziari compiuti dai partiti politici venivano cancellati. Quel reato di finanziamento illecito, che da lì a poco con l’inchiesta Mani Pulite, avrebbe spazzato via il pentapartito, avrebbe riguardato solo i reati compiuti nel periodo compreso tra la fine del 1989 e l’inizio dell’inchiesta, nel 1992. Infatti i partiti della maggioranza andarono avanti con le vecchie pratiche come se nulla fosse successo, come se la loro presenza al Governo fosse ancora una necessità storica, ma i tempi erano cambiati. Invece i comunisti, che si erano finanziati in modo illegale ricevendo fondi dall’URSS, non avevano più queste entrate, ma supplirono con nuovi metodi che per varie ragioni si sono rivelati quasi inattaccabili. Anzi cambiando disco alla propria propaganda sostituirono la “lotta del proletariato” con la “questione morale” e convinsero buona parte dell’opinione pubblica italiana della propria “diversità”. In realtà, se andiamo a vedere, un politico che ruba per sé, è un avido meschino, condannabile moralmente sul piano personale, ma da un punto di vista politico, rubare per il partito è peggio, perché inquina il funzionamento democratico. A maggior ragione se i soldi provengono da un regime straniero disumano, ostile e imperialista.
Amnistia di allora e amnesia di oggi. Non mi va di abbandonarmi a facili moralismi. Piuttosto rilevo che oggi si parla di temi come la legalità e l’etica della politica, come se queste cose non fossero successe.
L’Italia ha superato i decenni del Dopoguerra senza riflettere cosa sono stati quegli anni e soprattutto cosa è stata la nostra vita democratica. Anzi, qualcuno ci viene a raccontare che allora tutti erano più seri e impegnati, che la democrazia era più vera. Invece durante la Guerra Fredda l’Italia era una linea di frontiera dove si confrontavano senza esclusione di colpi i due blocchi mondiali. C’era molta meno informazione di oggi, più censura, più violenza, era una democrazia limitata da tutele esterne e bloccata al suo interno dalla mancanza di alternanza. Servizi segreti, terroristi, affaristi, mafiosi, tutti sguazzavano (e insanguinavano) un Paese che sembrava destinato a non diventare mai adulto. Stragi e misteri vengono interpretati da ognuno per il proprio tornaconto, senza un’onesta analisi generale di com’era quell’Italia e quel Mondo di allora.
Abbiamo ancora tanta strada da fare e tante cose da migliorare, guardando indietro, ma non per tornarci, semmai per meglio andare avanti.