martedì 12 aprile 2011

12 aprile, il giorno che la politica assolse sé stessa

Cosa accade quel giorno, quel 12 aprile 1990? Il Presidente della Repubblica firmò il decreto che promulgava un’amnistia per tutti i reati con pena fino a quattro anni, compiuti fino al 24 ottobre 1989. Era quindi ricompreso il reato di finanziamento illecito dei partiti. La delega al presidente fu approvata alla Camera dei Deputati il 1 marzo 1990 con il voto favorevole di maggioranza e l’astensione dell’opposizione. Per la cronaca, a leggere la dichiarazione di voto per il PCI fu Anna Finocchiaro, sì perché in quella X Legislatura iniziata nel 1987 erano già presenti molti “giovani” politici che da sempre auspicano un rinnovamento della politica! C’erano Fini, Veltroni, Rutelli, Casini, D’Alema… Comunque sia quel 1 marzo in aula c’erano presenti 372 deputati, 224 votarono sì, 6 votarono no e quindi tutti i reati finanziari compiuti dai partiti politici venivano cancellati. Quel reato di finanziamento illecito, che da lì a poco con l’inchiesta Mani Pulite, avrebbe spazzato via il pentapartito, avrebbe riguardato solo i reati compiuti nel periodo compreso tra la fine del 1989 e l’inizio dell’inchiesta, nel 1992. Infatti i partiti della maggioranza andarono avanti con le vecchie pratiche come se nulla fosse successo, come se la loro presenza al Governo fosse ancora una necessità storica, ma i tempi erano cambiati. Invece i comunisti, che si erano finanziati in modo illegale ricevendo fondi dall’URSS, non avevano più queste entrate, ma supplirono con nuovi metodi che per varie ragioni si sono rivelati quasi inattaccabili. Anzi cambiando disco alla propria propaganda sostituirono la “lotta del proletariato” con la “questione morale” e convinsero buona parte dell’opinione pubblica italiana della propria “diversità”. In realtà, se andiamo a vedere, un politico che ruba per sé, è un avido meschino, condannabile moralmente sul piano personale, ma da un punto di vista politico, rubare per il partito è peggio, perché inquina il funzionamento democratico. A maggior ragione se i soldi provengono da un regime straniero disumano, ostile e imperialista.
Amnistia di allora e amnesia di oggi. Non mi va di abbandonarmi a facili moralismi. Piuttosto rilevo che oggi si parla di temi come la legalità e l’etica della politica, come se queste cose non fossero successe.
L’Italia ha superato i decenni del Dopoguerra senza riflettere cosa sono stati quegli anni e soprattutto cosa è stata la nostra vita democratica. Anzi, qualcuno ci viene a raccontare che allora tutti erano più seri e impegnati, che la democrazia era più vera. Invece durante la Guerra Fredda l’Italia era una linea di frontiera dove si confrontavano senza esclusione di colpi i due blocchi mondiali. C’era molta meno informazione di oggi, più censura, più violenza, era una democrazia limitata da tutele esterne e bloccata al suo interno dalla mancanza di alternanza. Servizi segreti, terroristi, affaristi, mafiosi, tutti sguazzavano (e insanguinavano) un Paese che sembrava destinato a non diventare mai adulto. Stragi e misteri vengono interpretati da ognuno per il proprio tornaconto, senza un’onesta analisi generale di com’era quell’Italia e quel Mondo di allora.
Abbiamo ancora tanta strada da fare e tante cose da migliorare, guardando indietro, ma non per tornarci, semmai per meglio andare avanti.

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