lunedì 21 dicembre 2009

Il corpo delle donne

Ho sentito parlare del documentario “Il corpo delle donne” ed allora ho deciso di vederlo. Si tratta di una denuncia del ruolo ricoperto in tv dalle donne, dell’uso del loro corpo, del nudo e delle umiliazioni a cui sono sottoposte, con l’esempio emblematico di Flavia Vento a quattro zampe sotto un tavolo ed anche della chirurgia estetica. In realtà, quindi, gli argomenti affrontati, pur sempre incentrati appunto sul corpo delle donne, sono abbastanza eterogenei. Partiamo dal nudo e dal ruolo subalterno, sorprenderò quelli che mi conoscono ma sono sostanzialmente d’accordo con la denuncia, per due motivi molto maschili, anzi direi quasi maschilisti. Il primo è che noi maschi, già di nostro, senza stimoli esterni, ogni dieci minuti pensiamo al sesso ed alla donna come oggetto sessuale, se poi ne incontriamo una, anche vestita, ciò è più che sufficiente per farci un pensierino ulteriore. Insomma il bombardamento televisivo è un di più che ci sovraccarica inutilmente! Insomma è una cosa un po’ frustante; in pratica, tanti anni fa la trasgressione era fare l’amore con la luce accesa, oggi quando si arriva al dunque si può finalmente spegnerla, chiudere gli occhi e godersi il tatto, l’olfatto e tutti i sensi discriminati dalla vista, così privilegiata per tutto il resto della giornata. L’altro motivo deriva da una semplice constatazione: potendo scegliere, scegliereste la velina come lavoro per la vostra fidanzata? Molti direbbero di sì, perche vorrebbero avere una fidanzata così fatta, d’accordo, ma io intendevo dire, la vostra donna, quella di cui siete innamorati, insomma vederla sfilare in mezzo a due ali di uomini sbavanti o appesa come calendario, non è proprio il massimo. Piccola precisazione: non è questione di incoerenza se, pur pensandola così, sono il primo che interrompe lo zapping appena mi imbatto in qualche bellezza televisiva e mi soffermo per dare un’occhiata, anche se nel 99% dei casi non me ne frega niente del programma in cui sono inserite! Questa è la natura maschile, il maschio guarda. Sul fare, sull’agire, c’è il libero arbitrio, ma sul guardare no! Mettersi davanti al televisore e cambiare canale se compare qualche bella presenza non è virtù, è puro masochismo, come quelli che vogliono fare la dieta e si riempiono la casa di dolciumi, come fai poi a resistere? Detto questo, bisogna anche mettere in luce qualche obiezione alla tesi di fondo. Innanzi tutto va detto che c’è il rischio concreto di caratterizzare, marchiare, una determinata categoria, in questo caso le veline ed affini e questo è ingiusto. Prima di tutto sono persone e come tali possiamo discutere delle loro scelte ma non vanno ghettizzate in una categoria, dare loro una nomea che rimane appiccicata addosso, categoria oltretutto frutto di pregiudizi e preconcetti, ne abbiamo avuto la prova in questi mesi quando un Ministro della Repubblica è stata linciata per il suo passato lavorativo.
La drammatizzazione è eccessiva anche per altri motivi: come altre volte si scambia la tv con il paese e viceversa. La tv rappresenta una parte della società, una parte molto piccola, basta guardarsi attorno per vedere una realtà ben diversa. La tv ha la sua influenza, ma non è così scontata, ad esempio molte telespettatrici, proprio vedendo tutti quei volti deturpati dalla chirurgia (in)estetica decidono di stare alla larga dal bisturi! Un po’ come capita con quei programmi propagandistici pieni di attori, cantanti, comici, presentatori, scrittori, registi che ti spiegano come va il mondo e come bisogna votare, suscitando invece l’effetto opposto. Parliamo pure di modelli proposti dalla televisione, ma non sopravvalutiamoli, anche nella Polonia degli anni Ottanta c’era la tv ma la gente è andata per la propria strada. La tesi: donne sottomesse in tv tutte tette e niente cervello = donne sottomesse nella vita reale, è una tesi smentita dai fatti. Trenta anni fa la televisione era più castigata ma la società si è evoluta ugualmente in senso paritario. Esistono ancora discriminazioni? Certo esistono ancora, ma la libertà di cui godono oggi le donne in Italia non ha paragoni in altra epoca storica, nemmeno recente; stesso discorso se ragioniamo per area geografica. Può darsi che alcuni paesi siano più avanti di noi, ma non sono differenze sostanziali e del resto nei Paesi Bassi, portati tante volte come esempio di emancipazione, le donne sono in vendita in vetrina! Il messaggio di fondo da salvare è: responsabilità. Responsabilità e consapevolezza soprattutto da parte delle donne, per quello che riguarda il rapporto con il proprio corpo ed il rapporto con il mondo maschile. Qui rientra soprattutto il discorso relativo alla chirurgia, al fitness ed alla cura di se stessi in generale. Io credo che qualunque comportamento, se è dettato dall’ansia, dalla paura del giudizio degli altri, dall’ossessione, sia un comportamento sbagliato. La cura di se stessi e del proprio corpo è sempre positiva, se diventa paranoia allora c’è un problema. Sicurezza di sé, consapevolezza, queste sono le chiavi per decidere, dopodiché è comprensibile cercare di sfondare nel dorato mondo dello spettacolo, anche perché gli autori del documentario non devono dimenticare che nel mondo del lavoro “normale”, sia per le donne che per gli uomini, ci sono molte situazioni, non voglio dire più umilianti ma certamente più frustranti degli “stacchetti”.

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