giovedì 14 ottobre 2010

Non c'è più il Vaticano di una volta.

Sono stato un paio di giorni a Roma e ne ho approfittato per fare una visita alle catacombe.
Un cartello posto all’ingresso avverte che si sta entrando in proprietà privata, la zona infatti è di proprietà del Vaticano.
Le guide dei vari gruppi sono tutti preti. Cito, in ordine sparso, alcune delle affermazioni della nostra guida:
le catacombe sono state saccheggiate da Goti, Vandali e Longobardi, perché siccome il centro di Roma era inespugnabile, hanno dovuto ripiegare su quello che si trovava fuori le mura (e Alarico? e Genserico?...).
Secondo lui poi le iscrizioni che troviamo all’interno delle catacombe sono in greco, perché a Roma si parlava greco! Quindi, viste le insegne dei ristoranti, traggo la conclusione che oggi a Roma si parla cinese.
All’inizio ci spiega che, contrariamente a quello che si crede, i cristiani non andavano sottoterra per nascondersi, ma solo per pregare e seppellire i morti, poco dopo dice che le catacombe smettono di essere usate a seguito dell’Editto di Costantino che concedeva loro la libertà di culto….
Sibillino afferma che i cristiani seppellivano nelle catacombe anche i bambini pagani, lasciando intendere che questi ultimi non lo facevano, però io, leggendo Seneca, avevo inteso diversamente .
Più volte viene ribadito che le amene scene campestri rappresentano il Paradiso, perché il Paradiso era inteso come un luogo bello, però non ho capito perché sottolineare questa cosa, come se non fosse di logica immediata: mica puoi rappresentare il Paradiso come un letamaio.
Mi è sembrata un po’ debole anche la dissertazione teologica, quando afferma che all’epoca i credentisi potevano definire cristiani senza ulteriori specificazioni, perché c’era solo una cristianità, invece oggi c’è la divisione con protestanti e ortodossi (a me pare invece che nei primi secoli la cristianità fosse parecchio divisa….).
Penso possa bastare per fare qualche riflessione: il prete in questione era simpatico, molto garbato, amorevole, sorridente, a modo, appariva sinceramente emozionato nel raccontare innumerevoli storie di martiri e poi ha anche ammesso di non essere molto preparato dal punto di vista storico, però non mi sembrava proprio il ruolo migliore dove metterlo, mi sorge quindi una perplessità cui non riesco a rispondere, infatti il Vaticano da fuori appare come un’organizzazione ferrea, tetragona, organizzata, che passa indenne attraverso i secoli; mi immagino che non sia un posto com’era la naja, dove funzionava così: “tu, che mestiere fai?” “il cuoco” “allora vai in officina”, “tu, invece?” “io faccio il muratore” “ok vai in cucina”. Oltretutto il prete me lo immagino studioso, anche perché ha meno distrazioni delle altre persone, cioè se uno ha la vocazione ma non vuol studiare può fare il missionario, ma se fai il pastore di anime devi saperne più del gregge….
Saranno forse a corto di preti, oppure la storia non è materia molto approfondita in seminario, chissà, comunque l’impressione è che non c’è più il Vaticano di una volta….

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