giovedì 3 febbraio 2011

Corriere della Sera e indottrinare il popolo

Andare a spulciare gli altri quotidiani è come sparare sulla Croce Rossa ma il Corriere della Sera è considerato il quotidiano più autorevole e più moderato. Probabilmente lo è, infatti è questo il motivo per cui sconforta leggere certi articoli. Titolo: “Barometro della democrazia. Tra i Paesi più evoluti, l'Italia arranca” e fin qui nulla da dire sono il primo a denunciare le imperfezioni della nostra democrazia. Vediamo di cosa di tratta: un indice, elaborato dall’Università di Zurigo e dal “Social Science Research Center” di Berlino, cerca di classificare lo stato di salute delle trenta democrazie più consolidate del mondo. Per la cronaca l’Italia risulta ventiduesima (davanti a Regno Unito e Francia, insomma pensavamo peggio). Ecco il primo commento del Corriere: “Il risultato poco esaltante del Belpaese - dichiara lo studio - è determinato dalla limitata libertà di stampa che ostacola il processo democratico. Nell'Italia di Silvio Berlusconi - continua la ricerca - il declino è evidente.” . Notare che la ricerca considera il decennio dal 1995 al 2005, ma soprattutto che il responsabile della ricerca intervistato da der Spiegel dice testualmente: “(the survey) is designed to go deeper than whether a country holds free and fair elections, but not to go deep into individual governmental policies." Quindi ricapitolando: il giornalista del Corriere non si sente offeso dal fatto di essere considerato “non libero” ed è pronto ad accusare Berlusconi (anche di questo… non c’è già abbastanza carne al fuoco?) nonostante il fatto che gli autori stessi della ricerca dicano che non hanno considerato le politiche governative! Ma questo è il meno, subito dopo commentando il fatto che il Belgio risulta terzo in Europa, il giornalista aggiunge: “Probabilmente se lo studio analizzasse l'anno in corso, difficilmente Bruxelles, che da oltre sette mesi è senza governo, riuscirebbe a ottenere una posizione così prestigiosa.” Non lo sfiora l’idea che una democrazia può tranquillamente vivere anche senza Governo in carica, che un Paese è fatto dai milioni di persone che si alzano, lavorano e che un paese è fortunato quando i Governi si limitano a non fare danni ed a spolpare il meno possibile i contribuenti. Se i nostri politici fossero stati a casa (pagati si intende) per sette mesi ogni legislatura, saremmo tutti più ricchi.
Il giornalista riporta invece senza aver nulla da eccepire alcuni criteri usati per elaborare l’indice, sentite qua sull’Inghilterra: “l'Inghilterra, sebbene sia considerata la madre di tutti i parlamenti, è penalizzata da un sistema elettorale che potrebbe alterare il responso della volontà popolare” cioè in pratica a questi studiosi non piace il collegio maggioritario uninominale e allora gli affibbiano un brutto voto. Ancora sull’Inghilterra penalizzata da “da un sistema dei media troppo legato agli interessi privati”! Urca, ma come hanno fatto a dimostrare che negli altri paesi i media sono slegati da ogni interesse privato?
Bella anche questa: “La Francia invece è in fondo alla classifica per il numero limitato di partiti politici presenti in Parlamento” quindi l’equazione è: più partiti = più democrazia, allora l’Italia può rimontare quando vuole, i partiti in Parlamento aumentano da un giorno all’altro!
Il bello è che non intendo contestare i risultati dello studio. I paesi del nord Europa primeggiano. Non dico di no, anche se con qualche riserva sui reati di opinione e sul controllo ossessivo che su alcuni aspetti tendono ad avere sull’organizzazione della vita dei propri cittadini. Non contesto nemmeno il fatto che l’informazione italiano non è abbastanza libera, infatti idee come quelle che leggete nel mio blog, non le trovate sui giornali! E’ che si cerca sempre di inculcare nella mente dei lettori un unico modello di democrazia, fatto di più Stato, più politicamente corretto, più pensiero unico, mentre la democrazia si nutre anche e soprattutto di pluralità di pensiero.

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