lunedì 12 marzo 2007

SICUREZZA primo punto del programma

Credo che la sicurezza dovrebbe essere il primo punto del programma di coloro che vogliono rappresentare i nostri valori nelle istituzioni pubbliche.
La sicurezza dei cittadini è il primo compito e vero scopo di esistere dello Stato.
Lo Stato ha il compito di difendere dai pericoli interni ed esterni la vita e i beni dei propri cittadini, è questo il motivo per cui ognuno di noi rinuncia all’uso della forza, vi è un patto: è allo Stato che si delega e si riconosce la facoltà di usare la forza per garantire la sicurezza.
Quando lo Stato viene meno a questo suo compito viene meno la sua credibilità, viene violato il patto di civiltà, si torna a forme tribali di giustizia, alle faide, alla giungla.
Eppure mentre lo Stato si assume compiti sempre maggiori e titanici, mentre vuole determinare ogni misura della nostra vita, dall’economia, al tempo libero, ha perfino l’ambizione di poter modificare il clima del nostro pianeta, sembra aver perso di vista o comunque disinteressarsi del suo compito primario.
Sulla sicurezza dobbiamo insistere perché l’impunità e l’arroganza criminale ha raggiunto nel nostro paese dei livelli intollerabili. Vi sono intere categorie di reati gravi che restano impuniti, non perché se ne ignorano gli autori, ma perché di fatto il carcere non è previsto, o meglio si entra qualche giorno e poi per sconti, attenuanti, condizionali, domiciliari e via dicendo si esce per ricominciare subito a delinquere.
Hanno giustificato l’indulto dicendo che nelle carceri c’è posto solo per quarantamila detenuti, cioè, faccio notare, meno che in qualunque altro paese europeo, ma potevano almeno fargli versare una cauzione, o inventarsi qualcos’altro, potevano fargli smaltire un po’ di tonnellate di quei rifiuti ammassati sulle strade dove non funziona la nettezza urbana, così a livello simbolico, tanto per non far sembrare questo provvedimento uno schiaffo in faccia ai cittadini onesti che devono subire i furti, gli scippi, le rapine…
Ci hanno detto che il sovraffollamento delle celle è uno scandalo, che dalla condizione delle carceri si misura il grado di civiltà di un popolo: va bene, ma si misura anche da come riesce a garantire sicurezza e giustizia ai cittadini che rispettano la legge. Se non c’è posto che li mettano nelle tende da campeggio o nei container, ci stavano i terremotati, possono starci benissimo anche i delinquenti.

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