lunedì 16 gennaio 2012

La vera colpa delle agenzie di rating

Dallo scoppio della crisi si fa un gran parlare delle agenzie di rating, ma di tutte le accuse che vengono mosse a Standard & Poor’s e simili, manca la più importante: non aver fatto l’abbassamento del rating prima e con prima intendo anni fa. Molti economisti denunciavano l’insostenibilità dei debiti e del sistema finanziario, eppure le agenzie di rating confermavano l’affidabilità assoluta degli emittenti. L’hanno fatto per incapacità o per interesse? Probabilmente per entrambe le ragioni. Sia come sia, non sono state in grado di fare il proprio lavoro, così come ampiamente dimostrato in passato (caso Lehman Brothers su tutti), declassare oggi è come fare un pronostico su una partita durante i minuti di recupero: sono capaci tutti e ci si azzecca quasi sempre.

Queste agenzie operano in regime di oligopolio, sancito talvolta dalla legge, operano in conflitto di interessi, perché non possono essere chiaramente indipendenti da coloro che ne sono proprietari e arrivano sempre in ritardo. Però tutto ciò non può essere una scusa per dire che i paesi dell’euro meritino voti migliori! Si può affermare semmai che i voti riferiti ad altri sono ancora troppo generosi.

C’è un altro aspetto dell’ultimo declassamento che non viene colto: potrebbe anche essere un segnale che il peggio è passato. Supponiamo che chi può influenzare i rating, in questi mesi si sia alleggerito il portafoglio titoli vendendo bond italiani, spagnoli, francesi. Se questi grandi investitori ritengono che tutto sommato non si arriverà al default, quale mossa migliore che un doppio declassamento per ricomprarsi i titoli a prezzo più basso e (in tempi di tassi vicini allo zero!) incamerare ricche cedole.

E’ una ricostruzione di fantasia, ma più logica di tanti improbabili complotti che si celerebbero dietro la crisi. I ricchi e potenti hanno uno scopo principale: guadagnare. Altre finalità, come distruggere l’Euro o cambiare governi sono tuttalpiù effetti collaterali, magari a volte graditi e auspicati, ma sui quali non credo qualcuno sia disposto a rischiare il proprio (ingente) patrimonio.

Intendiamoci, è ovvio che i complotti esistano, ma di solito operano cogliendo le occasioni che si presentano. Sicuramente il governo Berlusconi dava fastidio a qualcuno, ma pensare che si possa creare dal nulla la crisi finanziaria o la rivolta libica per abbatterlo non è credibile, che si sia approfittato degli eventi per dargli una spinta, fa parte del gioco.

Viene spesso riportata la Rivoluzione Arancione come esempio di rivoluzione creata a tavolino, ma le Rivoluzioni non si creano a tavolino, ci devono essere delle precondizioni e poi si possono appoggiare, incoraggiare, alimentare ma non inventare.

Comunque, complotti o no, le agenzie di rating non sono credibili. Purtroppo, i politici che le criticano, nemmeno.

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