martedì 8 maggio 2012

Qualcosa è cambiato. Tutto è possibile.


Con queste elezioni amministrative la politica entra in una fase nuova. Non so dove condurrà ma di certo nulla sarà come prima, perché il Movimento Cinque Stelle senza soldi, senza giornali, senza RAI conquista tanti, tantissimi voti, il PDL tracolla, la Lega è in mezzo al guado, la sinistra resiste ma non dorme sonni tranquilli. Per vincere deve unire forze che oggi sono divise in Parlamento, non c’è più l’antiberlusconismo a fare da collante, forse ci sarà la paura di perdere le prossime politiche che pensavano di avere già in tasca. Per il centrodestra è una situazione che viene da lontano, le sconfitte di Milano e Napoli erano state una mazzata ma non avevano provocato significative reazioni. Si  sono cullati nell’illusione che Beppe Grillo portasse via i voti a sinistra, come avvenuto in altre occasioni, ma al PDL hanno la memoria corta, si sono dimenticati che nel 2008 il trionfo alle politiche era figlio anche di una campagna di antipolitica che aveva come obiettivo il governo Prodi, c’era il libro di Stella e Rizzo, “La casta”, c’erano le polemiche sulle auto blu ed il governo di centrosinistra, con tutti quei ministri e sottosegretari inventati per far posto alla miriade di partiti che componevano l’alleanza, sembrava fatto apposta per tirarsi addosso le ire del popolo. Peccato che una volta al Governo il centrodestra non ha mostrato alcuna discontinuità, la politica economica è stata indistinguibile dai predecessori, tassa e spendi, tassa e spendi, ma nel frattempo è arrivata la crisi mondiale a far saltare il banco. Eppure in questi anni sarebbe bastato fare un giro su internet, leggere qualche blog per rendersi conto dell’insoddisfazione della base, oppure sarebbe bastato parlare con qualche elettore di quella maggioranza silenziosa che li ha portato in Parlamento per sapere che la pazienza è finita, il tempo è scaduto. Troppo tempo sprecato senza dare un segnale di apertura, non serve cambiare nome al partito, è il contenuto che non funziona. Ci vogliono idee e far seguire i fatti alle idee, ma ormai è tardi e indietro non si torna. Oggi è l’ora di Grillo, il quale tra una sparata e qualche sciocchezza, pone anche delle questioni concrete di fronte alle quali la politica è sorda e in torto marcio. La situazione è fluida, è possibile che i vincitori di oggi siano scavalcati da altri nuovi volti oppure che il quadro si ricomponga in modo del tutto imprevedibile. Mentre accade tutto questo, sotto la pessima guida del Governo dei tecnici, il sistema delle imprese italiane sta collassando, c’è qualcuno gli eletti passati e futuri che ci sta pensando?

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