venerdì 4 maggio 2012

Scuola Diaz, il massacro degli utili idioti


E ci hanno fatto un film. C’era da aspettarselo. Forse un film denuncia? Denuncia di cosa? I fatti sono chiarissimi: come disse Fantozzi, alla fine la polizia si incazzò veramente. Diciamo le cose come stanno: gli abusi di coloro che indossano una divisa sono tra le forme più odiose di sopruso e su questo un film si potrebbe anche fare, ma non su un episodio dove tutti sanno cosa è successo: dopo una giornata intera a prenderle, a rincorrere black block e teppisti vari che colpivano, scappavano e si confondevano nella folla, la polizia è entrata nella scuola Diaz e ha pestato per bene quelli che ha trovato. Sbagliato? Certo, ma sbagliano anche quelli che si lamentano. E come se vai in una moschea a distribuire vignette su Maometto e poi ti stupisci se ti appendono per le palle! Questi fanno i rivoluzionari e poi piagnucolano come dei bambini dell’asilo se ne subiscono le conseguenze. Ancora peggio sono quelli che dicono: ma noi manifestavamo pacificamente, non c’entriamo con gli sfasciavetrine. Bravi, venite a spiegarci che volete fare un mondo diverso e non sapete nemmeno come funziona il mondo reale! Beh funziona così: se ti fai trovare in mezzo al casino è facile che ti arrivi qualche pestone nei denti.
Quello che è avvenuto non è degno di uno Stato di Diritto, ma non ci voleva il G8 per sapere che lo Stato di Dirito è un po’ zoppicante in Italia e non per colpa delle forze dell’ordine, dove ci sarà anche qualcuno che è contento se ha l’occasione di menare, ma dove tante brave persone svolgono un lavoro difficilissimo. E la dimostrazione che non sono quei mostri che vengono dipinti è proprio la goffaggine con cui hanno fabbricato le prove farlocche che dovevano giustificare l’uso della forza!
E comunque in uno Stato di Diritto chi organizza guerriglia urbana sta in carcere e siccome sono sempre gli stessi che passano da una manifestazione all’altra dovrebbero ringraziare il fatto che siamo in uno Stato che consente loro di violare ripetutamente la legge senza conseguenze.
Ma in fondo anche le denunce e le lamentele fanno parte del loro gioco, quello che invece è più assurdo è che sono utili e complementari a quei potenti che dicono di contestare. Utili in principalmente in due modi:
1 – distolgono l’attenzione sui contenuti, in quel caso specifico sui contenuti del G8. Spesso io accuso i giornalisti per la carenza di informazione, ma devo ammettere che i lanci di molotov fanno più audience piuttosto che ragionare sui problemi che ci affliggono
2 – quasi sempre con le loro richieste non fanno altro che richiedere più regolamenti, più tasse, più Stato, in definitiva ancora più potere in mano ai già potenti di turno
Per questo, alla scuola Diaz non è stata una strage degli innocenti, ma un massacro degli utili idioti.

4 commenti:

Demata ha detto...

Condivido i concetti, ma non i dettagli.

Innanzitutto, quale diritto "ad incazzarsi davvero" possa "valere" se gran parte degli incidenti si sono verificati a causa delle forze dell'ordine che arretravano davanti alla Tute Bianche permettendogli di manifestare dove non consentito o peggio "contenevano" i Black Block mentre danneggiavano la città. Se i miei compagni arretrano ed il "nemico" mi soverchia, la colpa è dei miei compagni non del "nemico".

Poi, c'è la questione dei Black Block d'importazione e degli Ultras degli stadi, la scarsezza dell'intelligence e la pochezza delle tattiche sul terreno: erano i teppisti ad isolare i gendarmi e non viceversa ...

Infine, c'è la questione "Scuola Diaz", dove un reparto sciolto da tempo (per "intemperanze") si ricostituisce alla buona per "dare una lezione". Una cosa folle, in democrazia come sotto dittatura.
A parte le violenze brutali, la questione "Diaz" è tutta qui: la cosiddetta catena di comando.

Dulcis in fundo, c'è "venite a spiegarci che volete fare un mondo diverso e non sapete nemmeno come funziona il mondo reale! Beh funziona così: se ti fai trovare in mezzo al casino è facile che ti arrivi qualche pestone nei denti".

Al G8 di Genova c'erano solo due alternative: non andarci proprio (come feci io) oppure andare lì e "farsi trovare in mezzo al casino".

Non v'era altra speranza, se non rinunciare a protestare contro "quei signori delle banche e delle teorie di governance" che attualmente stiamo "apprezzando" nella pratica quotidiana.
Infatti, la blindatura di Genova da parte di Berlusconi (e prima ancora la sua scelta da parte di D'Alema-Amato) hanno costretto un milione di persone a sfilare in una sorta di cul de sac, dove al primo panico od al primo tafferuglio sarebbe successo il macello che sappiamo poi essere successo.

Dunque, visto che viviamo "nel mondo reale", le cose son due: o il Prefetto e/o il Sindaco di Genova vietavano lo svolgimento del G8 stesso come loro dovere (visti i fatti) oppure iniziamo a dirci che, come in USA, la gente ha diritto ad armarsi, nel caso finisse, nell'usufrutto dei propri diritti, "in mezzo al casino" dove "è facile che ti arrivi qualche pestone nei denti" ... da teppisti a piede libero o poliziotti dal calcione facile che siano.

Meglio la prima, no?

Il G8 non andava fatto a Genova, la città non andava strozzata in quel modo, le forze dell'ordine in piazza non dovevano avere pistole, il comando carabinieri-polizia doveva essere unificato, gli organizzatori delle manifestazioni sono corresponsabili delle violenze, l'intervento dei celerini contor i teppisti doveva avvenire tra gli applausi dei stessi manifestanti.

E qui ritorno all'inizio: condivido i concetti.
Cosa NON è stato denunciato dal film?
... è proprio vero che "i lanci di molotov fanno più audience piuttosto che ragionare sui problemi che ci affliggono".
Saluti

Freeman ha detto...

È stata gestita male: sì; la colpa è dei compagni che arretrano e dei superiori inetti, ok, ciò non toglie che se ti mandano qualcuno di quei compagni al pronto soccorso ti incazzi comunque. Non credo manchi l’intelligence alla polizia italiana, sanno bene chi sono quelli che provocano le violenze, semplicemente non possono fare nulla per prevenire, perché la legge, o l’interpretazione che ne viene data consente l’impunità. Tutte le manifestazioni precedenti erano state caratterizzate da scontri e tutti sapevano che Genova non avrebbe fatto eccezione. Doveva essere vietata: forse sì, anche se si sarebbe gridato al regime, al fascismo ecc.; quando la CGIL porta 1 milione di persone in piazza e decide che non ci devono essere disordini, il servizio d’ordine impedisce i disordini, se gli organizzatori sapevano di non poter garantire altrettanto, potevano essere loro ad annullarla. Riguardo i signori delle banche, mi sembra che all’epoca la protesta si concentrasse sul debito del terzo mondo e ignorasse del tutto la bomba di debito che avrebbe travolto il sistema finanziario del “primo mondo”. Lasciami però precisare una cosa: di solito gli articoli che scrivo si basano sul ragionamento, quello che tu hai commentato è un articolo di pancia e come tale certamente opinabile, questo te lo concedo e ti ringrazio.

Anonimo ha detto...

Mi soffermo solo sul caso diaz n:on si puo giustificare la violenza da parte di forze dell' ordine.
Se guardi le interviste e i documenti era chiarissimo che li in quella scuola, e anche subito fuori dove un giornalista è stato brutalmente picchiato e deriso e ancora oggi ne paga le conseguenze, era palese che in quella scuola c ' erano persone che non c' entrano niente coi teppisti che manifestano solo perche non hanno altro di meglio da fare nella vita. Nel tuo post dici non bisogna lamentarsi: io mi lamento sul fatto che gli arrestati teppisti della manifestazione devono pagare, mentre le forze dell' ordine responsabili di quella macelleria sono state assolte. Come disse fantozzi la polizia si incazzò veramente: quando accetti di ricoprire un ruolo di questo genere sai che possono succedere queste cose e devi essere psicologicamente adatto a reagire in modo cauto e intelligente altrimenti vai a fare un altro lavoro. Poi scrivi piagnucolano se pagano le conseguenze: le conseguenze le hanno pagate quei giornalisti e pacifisti che risiedevano in quella scuola. Pestaggi, umiliazioni, armi introdotte dagli agenti di polizia. Alla diaz non è una strage di innocenti ma di utili idioti? ma che affermazione è? non da persona intelligente credo. il film serve solo a far vedere l altra faccia della medaglia e non quella che i media vogliono far passare, ossia ingiustizie per non tali.

Freeman ha detto...

1- sono d’accordo: non si giustifica la violenza, infatti non l’ho giustificata, ho scritto “sbagliato” che è il contrario di giusto. Per essere ancora più chiaro: io non giustifico mai la violenza
2- “utile idiota” è una locuzione di uso comune, in modo meno ambiguo potevo scrivere “aiutanti involontari”, comunque ho motivato questo giudizio
3- “devi essere psicologicamente adatto”: in teoria è giusto, in pratica però i poliziotti non sono robot, sono esseri umani, come te e me, questo implica che ognuno di loro reagirà individualmente in modo diverso alle vicende che lo coinvolgono. Non solo, ma anche prendendo un singolo individuo, a seconda dei tempi e dei luoghi potrà essere buono o cattivo, calmo o aggressivo, avere paura o problemi personali. Lo so, sul lavoro non devono entrare le vicende personali e bisogna lasciare fuori di casa i casini lavorativi: ma chi ci riesce sempre e comunque? Si tende a scordarlo come quando si invoca l’intervento dello Stato, del Regolatore, delle Istituzioni ecc. come se fossero entità superiori incorporee. Sono persone. Imperfette come tutti.
4- Ti puoi sicuramente lamentare che i teppisti non sono condannati e i poliziotti assolti (sei sicuro che siano stati assolti? Perché è come quando testimoni in processo, in un paese serio intendo, se dici una cosa inesatta instilli il dubbio nella giuria che anche le altre cose che hai riportato siano imprecise), trovo assurdo lamentarsi di una reazione prevedibile, addirittura scontata e che, ne convengo, purtroppo finisce sempre per coinvolgere anche chi non c’entra. Oppure c’è qualche polizia al mondo che di fronte a fatti come quelli di Genova non eccede nella reazione. Dove? Negli Stati Uniti, o in Svezia? Non mi sembra… e non ho citato Iran, Cina o Venezuela. Sia ben chiaro anche la reazione fa il gioco di chi la provoca. La manifestazione, gli scontri, la reazione, un gioco delle parti trito e ritrito, oramai fine a se stesso (sempre nella logica aiutante involontario). Nella Roma imperiale c’erano cerimonie religiose così antiche che non si sapeva più a cosa servissero, si era persa memoria della loro funzione originale. Queste manifestazioni di piazza mi sembrano la stessa cosa, rituali slegati da ogni finalità, che scopo vogliono raggiungere? La vita è un grande palcoscenico e ognuno recita la sua parte, il pacifista, il teppista, il poliziotto, d’accordo, però per progredire ogni tanto bisognerebbe cambiare copione e uscire dagli schemi ripetitivi.