martedì 27 aprile 2010

I pollici di Alonso e le banalità dei giornali

Alonso si è assicurato i pollici x 10 milioni di euro, grazie ad un prodotto innovativo di una nota banca europea! Adesso vi do una notizia io: milioni di italiani hanno i pollici assicurati, senza bisogno di alcun prodotto innovativo (è sufficiente essere coperti dall’INAIL). Capisco che le sponsorizzazioni sono care e bisogna sfruttarle per farsi pubblicità, ma perché i giornali si prestano al giochino in modo così piatto? Se ti sembra una notizia degna di nota fai la fatica di approfondire: dimmi almeno quanto ha pagato di premio assicurativo! Così mi faccio un’idea se ne valeva la pena oppure no. Sparano la cifra con i milioni per catturare l’attenzione, ma vi sembra una notizia? Cioè, voglio dire, secondo voi Alonso si doveva assicurare i pollici per 100 euro? Ecco quella sarebbe stata una notizia, perché significherebbe che Alonso è rincretinito, ma che si assicuri per 10 milioni, che sarà nell’ordine di grandezza di quello che guadagna ogni anno mi sembra normale, logico, di buon senso. Pure io se riuscissi a risparmiare qualcosa mi farei una polizza infortuni. So bene che il 90% di chi ha letto la notizia si taglierebbe subito il pollice in cambio di un tale indennizzo, ma parliamo di banche, mica di fessi….

domenica 18 aprile 2010

Fini, se non si sa dove andare...

…di solito non si arriva da nessuna parte. Sono quasi venti anni che ho la facoltà di votare ed in tutto questo tempo Gianfranco Fini è stato l’unico politico di cui ho avuto fiducia. Per questo mi sento poco indulgente nel giudicare quello che ha fatto in questi ultimi anni. Perché quelle di questi giorni mi sembrano le ultime mosse nel solco di una involuzione costante. Arrivo subito al nocciolo della questione, poteva dire: o si abolisce l’Irap, oppure esco dal partito; poteva dire: siamo il primo partito del paese non possiamo lasciare in anticipo due delle regioni principali agli alleati quindi appoggerò la candidatura di Galan. Ho fatto solo due esempi dei più recenti, si tratta di occasioni che si sono presentate e che gli avrebbero portato un consenso generalizzato. Uscire adesso che senso ha? In politica non è sufficiente avere ragione, è necessario far capire di averla e Fini è in ritardo sui tempi. Poteva essere il Gingrich italiano è diventato la Serracchiani del PDL, sempre a criticare, a marcare la propria contrarietà sulla discussione del giorno, ma senza proporre nulla in cambio. Ma a criticare siamo capaci tutti, per quello bastiamo noi blogger a tempo perso. In questi anni poteva scegliere cinque o sei riforme irrinunciabili e su quelle spendere la propria visibilità ed il proprio peso, ma non l’ha fatto ed il sospetto, a questo punto, è che non l’ha fatto perché non ha un proprio progetto. Le leggi elettorali, le ha sostenute tutte, era per il proporzionale ai tempi dei referendum di Segni, poi ha raccolto le firme per l’uninominale a turno unico, a votato a favore del porcellum ma anche al referendum per abolirlo, ora parla di doppio turno…. Non c’è nulla di male a cambiare idea, ma nella sua azione politica non si vede una linea di conduzione. Il presidenzialismo era una bandiera della destra, ma non l’ha mai sostenuta con convinzione, né peraltro ha mai chiarito che modello preferisce, ha fatto il politico di professione tutta la vita dovrà pur avere una sua idea ben precisa di Costituzione da perseguire, c’è l’ho pure io che non ho mai fatto politica! Ancora oggi mi trovo spesso d’accordo con quello che dice, ad esempio sul testamento biologico, oppure sul fatto che il PDL non può funzionare con l’attuale sistema feudale, ma è il modo di porre le questioni che è perdente. Sento tante critiche alla Lega, ma se voti Lega sai cosa compri nel bene e nel male. Adesso sicuramente verranno faticosamente partorite le richieste a Berlusconi e così sembreranno argomenti pretestuosi per ritagliarsi un po’ di spazio. Ma non funziona così, le questioni si mettono in campo, si fanno conoscere, si sostengono nel tempo e poi, al limite, si fanno diventare la condizione sine qua non per continuare un percorso politico. Bisogna andare a scuola da Bossi, che sa quello che vuole e lo costruisce un mattone alla volta. Fini ha votato delle cose che non gli piacevano? Lo capisco è normale, è il nostro sistema parlamentare che impone di farlo, però in cambio poteva chiedere qualcosa, proprio come fa Bossi tutte le volte che c’è di mezzo qualche legge sulla Giustizia. Votare un provvedimento senza aver ottenuto niente in cambio e poi disconoscerlo non serve a niente; insomma, si potrebbe continuare parlando di cabine di regia, tattica a tre punte e così via, ma mi sembra che sia sufficiente aggiungere che fare un’API di centrodestra non è la mossa giusta per arrivare a Palazzo Chigi né per migliorare la nostra amata Patria. Si parte dalle idee e dalle proposte, poi si fanno i partiti, altrimenti campa cavallo che l’astensione cresce.

martedì 6 aprile 2010

a sinistra non hanno letto Sun Tzu

…e Berlusconi nemmeno, però lui è nato vincente e ne ha meno bisogno, “conosci te stesso e il tuo nemico” ammoniva il maestro Sun; Berlusconi almeno le proprie truppe un po’ dimostra di conoscerle e di saperci parlare. I dirigenti della sinistra dimostrano di non conoscere né i propri né soprattutto gli “altri”. Partono da una posizione di svantaggio per cui dovrebbero cercare di conquistare qualche voto o perlomeno convincere qualche elettore di centrodestra a starsene a casa. Invece si affidano agli schemi triti e ritriti dei generali Santoro e Scalfari che hanno come unico risultato quello di suscitare l’effetto opposto, quello di convincere che il meno peggio è ancora e sempre Silvio. Certo a sinistra c’è anche altro, peccato che si lasci oscurare e guidare da questi che dettano una linea basata sulla creazione di nemici pubblici. Accusano la Lega Nord di parlare alla pancia della gente, di fomentare l’odio sul diverso e poi si comportano esattamente nello stesso modo, l’unico sentimento che cercano di suscitare è il rancore verso una categoria che loro dipingono come sub-umana: l’elettore di centrodestra, cioè una massa di individui bifolchi e plagiati dalla televisione, complici di tutti i mali perpetrati nel nostro paese. Ma come si fa a guadagnare voti insultando quelli che dovresti convincere e piagnucolando che la colpa non è loro se non vengono capiti? Magari alle pareti hanno il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, però gli analfabeti andavano bene quando si poteva riempire loro la testa di teorie bislacche sul plusvalore, oggi, secondo loro, per votare bisogna aver letto molti libri (soprattutto quelli scritti dai Pubblici Ministeri mancati, datisi al giornalismo di inchiesta a senso unico), perché altrimenti si viene raggirati dai Minzolini di turno. Come spesso accade, la realtà, che è sempre più complessa di come viene dipinta, arriva puntuale a smontare i teoremi banali che ci propinano instancabilmente: ecco che due dei migliori di centrodestra, cioè Castelli e Brunetta, perdono nelle elezioni comunali, là dove nelle regionali il centrodestra ha avuto risultati lusinghieri. Come mai le televisioni in questo caso non hanno fatto effetto? Tutti conoscono Brunetta, uno dei più presenti sullo schermo, nessuno sa che faccia abbia il suo sfidante, eppure la sinistra ha vinto (miracolo!). Allora esistono elettori di PDL e Lega che pensano prima di votare! (intendiamoci magari hanno fatto male, sicuramente hanno pesato vicende locali che non conosco a fondo e sulle quali non mi posso esprimere, ma comunque meglio votare “sbagliato” dando un segnale consapevole che votare giusto con il paraocchi). Certo moltissimi elettori del PD condividono appieno la linea IDV, però ad un certo punto dovrebbero anche prendere atto che è una linea perdente, il PD nel 2008 è riuscito a cannibalizzare i voti degli altri partiti di sinistra e se fosse andato da solo ne avrebbe risucchiato anche molti all’IDV, perché chi vota per mero antiberlusconismo sacrifica tutto pur di contrastare il demonio Silvio! Il PD non ha perseverato e sta tornando alla politica delle alleanze infinite che ne logorano le forze ed accentuano la dispersione. Qualcuno dei miei sparuti lettori si chiederà forse perché mi preoccupo tanto, anche perché se a sinistra non l’hanno capita dal 1994 ad oggi è chiaro che non ci arriveranno mai. La risposta è semplice: perché si migliora confrontandosi (o collaborando) con i migliori. Questo avviene in tutti i campi della vita e la politica non fa eccezione, vincendo sempre contro nessuno, il PDL si adagia sempre più nelle proprie tristi lotte intestine, tanto a vincere ci pensa Berlusconi.
Le elezioni regionali vivono di logiche proprie, quindi non necessariamente si possono trarre conclusioni valide anche per elezioni politiche nazionali. Sicuramente però c’è una considerazione generale di cui per ora nel PDL non si discute: è la legge elettorale del Senato. Per avere la maggioranza al Senato, nel 2008 il centrodestra ha dovuto stravincere nel computo totale dei voti. E’ chiaro, anche alla luce di queste amministrative 2010, che vincere a livello nazionale con un buon margine non è sufficiente per avere la maggioranza. Chi ha tempo non aspetti tempo. Non l’ha scritto Sun Tzu ma ho l’impressione che concorderebbe.