Mi hanno
chiesto un parere sui nuovi presidenti delle Camere e io ho detto che Grasso,
insomma, non è male, pur con le riserve che nutro sui magistrati in politica. Invece la Boldrini non mi piace e soprattutto non mi è piaciuto il discorso
di insediamento. Apriti cielo! Indubbiamente la Boldrini ha delle
caratteristiche che favoriscono il marketing politico: faccia nuova e un impegno
istituzionale come aiutante di coloro che hanno bisogno. Però al di là della
superficie, io, con rispetto, educazione, in modo pacifico e tollerante, dissento
dalle cose che ha detto in questi giorni, che ha detto in passato e
dall’ideologia di fondo che porta avanti e dall’organizzazione per cui ha
lavorato.
Partiamo dal
discorso:
“Dovremo
ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri” la frase in sé ha poco senso se presa
letteralmente: tutti siamo contro la povertà, per inciso, una delle ragioni che
mi fanno diffidare di lei e del suo partito è che le loro idee ampliano la
povertà, mentre io vorrei ridurla. Ma chi sarebbe contro i poveri? La frase ha
un senso se ci ricolleghiamo a quanto affermato negli anni passati: secondo lei,
le limitazioni all’ingresso di stranieri nel nostro paese sono una guerra
contro i poveri. Dal mio punto di vista ogni Stato ha diritto di decidere
quanti, come e chi sono coloro che possono entrare nel suo territorio. Quindi
dissento. Conosco immigrati che si alzano al mattino, portano i figli a scuola,
poi vanno a lavorare e sono persone oneste. Per me possono stare e nessuno deve
dare loro fastidio. Poi invece ce ne sono tanti altri che non si comportano in
modo corretto e quindi dovrebbero essere imbarcati su un aereo e rispediti a
casa. Non esiste un diritto ad immigrare in Italia. Chi entra clandestinamente
è un clandestino e non come ci vorrebbe imporre di dire la neopresidente un
migrante. Quindi non condivido le sue idee sull’immigrazione e ancora meno la
pretesa di tutti gli ex neo post quasi marxisti politically correct che
vogliono imporre un nuovo linguaggio a tutti quanti.
“Costituzione,
la più bella del mondo” su questo mi sono già espresso altrove, i principi sono belli ma vanno messi in
pratica e la nostra Costituzione non lo consente. Proprio l’impantanamento
istituzionale di questi giorni dimostra che va cambiata, che va dato più potere
agli elettori, i quali dovrebbero avere la possibilità di scegliersi il Governo.
“Questa Aula dovrà ascoltare la sofferenza
sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della
precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia.” Le idee del partito che l’ha
candidata, rendono l’Italia un posto poco amichevole per chi vuole lavorare,
assumere, avviare un’attività.
“Dovremo
farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da
amore” trovo meschino
quando giornaliste in crisi di idee, per farsi pubblicità, speculano sulle
vittime, in questo caso donne che subiscono violenza e che vengono uccise. Se
lo fa il Presidente della Camera allora è un’operazione politica, quindi è
anche peggio. La violenza travestita da amore non esiste. Esiste la violenza.
Esiste l’amore. Una è il contrario dell’altra. Ci sono uomini che praticano la
violenza e ci sono quelli che non la praticano: due categorie distinte; mescolarle,
incolpare presunti climi culturali, manipolare le statistiche non aiuta
nessuno, tantomeno le vittime.
“ai
tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come ha
autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo” al di là del merito della questione e
del fatto che la prima condizione degradante è quella di dover aspettare anni
per avere una sentenza e stare in carcere senza avere subito una condanna, la
cosa che non mi piace è soprattutto la seconda parte, quella che fa riferimento
alla Corte Europea. Per essere chiaro non mi piace la mentalità per cui una
cosa è vera, o ingiusta, se lo certifica un ente sovranazionale. Se le carceri
fanno schifo, lo possiamo verificare da soli, senza bisogno che qualcuno da
fuori ce lo venga a dire.
Parto da qui
per passare dal discorso di insediamento alla sua cultura politica in generale,
allargando la mia critica a tutti gli entusiasti che ne hanno salutato
l’elezione. Io sostengo la sovranità e l’indipendenza nazionale, e la sovranità
dei cittadini. Non mi piacciono gli organismi sovranazionali che senza alcuna
legittimazione vanno oltre i propri compiti interferendo nella vita politica
degli Stati, soprattutto quando vogliono imporre dei punti di vista del tutto
soggettivi.
Sono contro
i reati d’opinione, sia che vengano imposti da organi sovranazionali sia che
vengano imposti dallo Stato.
Soprattutto
non mi piace l’ONU, perché nonostante la situazione sia migliorata rispetto
agli anni Ottanta, resta comunque un’assemblea dominata da dittatori, spesso e
volentieri anche criminali e assassini.
L’ONU si
occupa dei rifugiati? Incarico svolto in passato dalla Boldrini. Bene, ma chi è
che causa i rifugiati? Gli stessi Stati che ne fanno parte. Chi è responsabile
dei rifugiati del Darfur? Il Sudan. E in Siria le armi piovono dal cielo come
la manna, o sono gli stati arabi da una parte e l’Iran dall’altra ad alimentare
la guerra civile? E i bambini che muoiono di fame non sono vittima delle
politiche demenziali dei dittatori che hanno diritto di voto all’ONU. Quindi è
come se Riina nominasse qualcuno Alto Commissario per aiutare le vittime della
mafia.
Oltre a
questo l’ONU è un buco nero che si mangia una quantità enorme di risorse a
fronte di quanto eroga in servizi. Fa vaccinare i bambini? Bene, bravi. Ma se
io dono due milione di euro a un’organizzazione per fare le vaccinazioni e
l’organizzazione se ne tiene uno per le spese varie, come la devo giudicare?
Con i soldi che costa l’ONU chiunque farebbe meglio.
Oltre all’economia,
l’immigrazione, la concezione di Europa, di pace, di solidarietà, di famiglia, ci
saranno altre cose che mi dividono dalla neopresidente della Camera, non so,
non la conosco così bene, ma ce n’è una che sicuramente mi divide dalla schiera
dei suoi fans: è la tolleranza. Io rispetto le idee altrui, loro no. La
presidente Boldrini si è ridotta lo stipendio e mangia in mensa con i dipendenti.
Le dico brava. Sono misure del tutto simboliche, ma le approvo. Perché io, se
uno fa una cosa giusta non ho problemi a riconoscerlo, di chiunque si tratti,
qualunque idee abbia, di qualunque partito sia. Se invece uno fa o dice stupidate,
balle, insulti e così via sono pronto a censurarlo anche se, per ipotesi, l’avesse votato. Questo mi distingue
nettamente da tutti coloro che ripieni di pregiudizi, arroganza e presunzione,
non tollerano idee diverse dalle proprie.
Quindi
siccome ella ha dichiarato che: “Sarò la Presidente di
tutti, a partire da chi non mi ha votato”, pacatamente, rispettosamente,
pacificamente, educatamente, le dico che non l’ho votata, che rappresenta più o
meno tutto ciò contro cui mi batto, ma che se vuole essere Presidente di tutti
si adoperi perché venga archiviato l’atteggiamento da guerra civile; non c’è un’Italia
giusta, onesta, colta, moralmente superiore che ha il diritto di giudicare,
rieducare, mettere a tacere gli altri. Io sono onesto, non sono mafioso,
piduista, corrotto, leggo, mi informo e non la penso come voi. Buon lavoro Presidente.