L’asso nella
manica dei Testimoni di Geova, per convincere l’interlocutore di avere la
verità in tasca, è quello di ricercare nella Bibbia le profezie che si sono
avverate. Ma allora Dornbusch e Fisher sono giusto un gradino sotto Dio, perché
nel loro testo di macroeconomia, studiato per decenni dagli studenti di tutto
il mondo, individuarono con precisione sconcertante gli astri nascenti
dell’economia mondiale: vediamo citati Bernanke e Yellen, l’attuale capo della
FED e colei che è stata designata per sostituirlo; Blanchard già capo
economista al FMI e nientepopodimeno del famigerato Summers, che non ha bisogno
di presentazioni.
Cos’è che accomuna
tutti questi studiosi? Semplice, sono tutti keynesiani, o detto in altre parole
dirigisti, statalisti, interventisti; insomma non ritengono il libero mercato
efficiente (e fin qui posso dare loro ragione), ma pensano che un
superdirettore galattico possa fare meglio (e qui ritiro la mia adesione…).
Quindi se
sentite la classica frase da dibattito televisivo: ma lo fa perfino la FED! Volendo
con questo sottointendere che la FED sarebbe il tempo del capitalismo, sappiate
che il tizio che pronuncia quella frase non sa nulla della politica della FED. Idem
con il Fondo Monetario Internazionale. Del resto già per sua natura il Fondo
Monetario, essendo un organismo controllato da Stati Sovrani come potrebbe
muoversi secondo logiche privatistiche? Se credessero nel Laissez Faire,
semplicemente il Fondo lo abolirebbero.
Da notare
che lo strumento principale per l’intervento del Fondo è l’indebitamento
altrui, in particolare dei paesi del Terzo Mondo e in via di sviluppo. In
pratica propongono questo scambio: noi vi facciamo credito e voi fate le
politiche che noi vi consigliamo. Ovviamente, siccome i politici sono sempre
affamati di soldi, a qualunque latitudine, di solito accettano e fanno indebitare
gli Stati che rappresentano; chiaramente tutto “a fin di bene”, pianificando (magari
pianificazioni quinquennali…) spese di pubblica utilità (???) e le solite
giustificazione che si ripetono in questi casi.
Io penso che
gli Stati, invece di prendere a prestito soldi che poi non riescono a
restituire, pagando onerosi interessi, farebbero meglio a promuovere il
risparmio e il conseguente accumulo di capitale, che consente di produrre
ricchezza.
Può darsi
benissimo che io abbia torto e loro abbiano ragione, del resto l’economia non
dà certezze; se poi pensiamo che io non sono keynesiano e loro sì, leggendo
quel vecchio libro di macroeconomia, una conclusione certa la possiamo trarre:
la ricetta keynesiana garantisce risultati di successo… perlomeno per la
carriera di quelli che la vogliono applicare!
Per tutti
gli altri, giudicate voi….