Con queste elezioni amministrative la politica entra in una
fase nuova. Non so dove condurrà ma di certo nulla sarà come prima, perché il
Movimento Cinque Stelle senza soldi, senza giornali, senza RAI conquista tanti,
tantissimi voti, il PDL tracolla, la Lega è in mezzo al guado, la sinistra
resiste ma non dorme sonni tranquilli. Per vincere deve unire forze che oggi
sono divise in Parlamento, non c’è più l’antiberlusconismo a fare da collante,
forse ci sarà la paura di perdere le prossime politiche che pensavano di avere
già in tasca. Per il centrodestra è una situazione che viene da lontano, le
sconfitte di Milano e Napoli erano state una mazzata ma non avevano provocato
significative reazioni. Si sono cullati
nell’illusione che Beppe Grillo portasse via i voti a sinistra, come avvenuto
in altre occasioni, ma al PDL hanno la memoria corta, si sono dimenticati che
nel 2008 il trionfo alle politiche era figlio anche di una campagna di
antipolitica che aveva come obiettivo il governo Prodi, c’era il libro di
Stella e Rizzo, “La casta”, c’erano le polemiche sulle auto blu ed il governo
di centrosinistra, con tutti quei ministri e sottosegretari inventati per far
posto alla miriade di partiti che componevano l’alleanza, sembrava fatto
apposta per tirarsi addosso le ire del popolo. Peccato che una volta al Governo
il centrodestra non ha mostrato alcuna discontinuità, la politica economica è
stata indistinguibile dai predecessori, tassa e spendi, tassa e spendi, ma nel frattempo
è arrivata la crisi mondiale a far saltare il banco. Eppure in questi anni
sarebbe bastato fare un giro su internet, leggere qualche blog per rendersi
conto dell’insoddisfazione della base, oppure sarebbe bastato parlare con
qualche elettore di quella maggioranza silenziosa che li ha portato in
Parlamento per sapere che la pazienza è finita, il tempo è scaduto. Troppo
tempo sprecato senza dare un segnale di apertura, non serve cambiare nome al
partito, è il contenuto che non funziona. Ci vogliono idee e far seguire i
fatti alle idee, ma ormai è tardi e indietro non si torna. Oggi è l’ora di Grillo,
il quale tra una sparata e qualche sciocchezza, pone anche delle questioni
concrete di fronte alle quali la politica è sorda e in torto marcio. La
situazione è fluida, è possibile che i vincitori di oggi siano scavalcati da
altri nuovi volti oppure che il quadro si ricomponga in modo del tutto
imprevedibile. Mentre accade tutto questo, sotto la pessima
guida del Governo dei tecnici, il sistema delle imprese italiane sta
collassando, c’è qualcuno gli eletti passati e futuri che ci sta pensando?
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