martedì 25 settembre 2007

Etanolo. Mi sono sbagliato: Patorno ha i numeri.

L’ingegnere Luciano Patorno mi ha risposto fornendomi, a grandi linee, i numeri relativi al conto economico dell’impianto da lui progettato, in grado di produrre, con 500.000 tonnellate di biomasse, 160 milioni di litri all’anno di etanolo.

Dai costi stimati emerge dunque la possibilità concreta di arrivare ad un utile annuo di 44 milioni di euro.

Credo quindi che in tempi brevi, compatibilmente con le incrostazioni del sistema burocratico italiano, si possa assistere al primo timido passo verso quella che sarebbe una rivoluzione: carburante dai rifiuti.

Questa vicenda costituisce comunque un ottimo paradigma di come l’innovazione tecnologica, e le leggi del mercato, possono essere la risposta a coloro che vedono solo scenari apocalittici nel nostro futuro. Un enzima geneticamente modificato da una biologa e un impianto in grado di sfruttarlo, progettato da un ingegnere creativo (in questo caso non è un ossimoro :-)) danno una possibilità economicamente praticabile rispetto a quella benzina che fino ad oggi non aveva sostituti.

I catastrofisti di oggi hanno illustri predecessori ed avranno molti epigoni; quando il picco del petrolio o il crollo del dollaro saranno passati senza aver provocato la rivoluzione mondiale, ci sarà qualche altro fantasma da agitare. Però, prima di rassegnarsi all’idea di tornare all’età della pietra, per fortuna qualcuno che studia qualche alternativa c’è.

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