giovedì 11 ottobre 2007

Adriano di Mario Attilio Levi

Questo libro di Mario Attilio Levi più che essere una biografia è un’analisi degli aspetti della politica e del contesto in cui l’imperatore Adriano ha operato.
L’autore rifiuta l’immagine classica dell’imperatore che guarda con un occhio di riguardo al mondo ellenico, anzi ne sottolinea la volontà di recuperare alcune peculiarità del mondo romano e, più in generale, occidentale. L’epoca di Adriano sancisce definitivamente però la riduzione dell’Italia a rango di provincia ormai uguale alle altre, anche se è ancora sede del Senato e dell’imperatore.
L’impero ha già la sua fisionomia compiuta da un punto di vista territoriale, da un punto di vista linguistico si è determinata quella divisione a metà tra sfera latina e greca che, alla fine del secolo successivo, segnerà il confine tra parte occidentale e parte orientale.

All’inizio del libro c’è un breve riassunto delle vicende sociali dei secoli precedenti, in questa parte è interessante la tesi secondo cui la divisione tra patrizi e plebei deriverebbe dal fatto che i plebei vivevano nel nucleo cittadino di Roma, mentre i patrizi vivano nelle campagne circostanti. In origine quindi sarebbe stata una distinzione tra mercanti di varia provenienza e possidenti terrieri autoctoni. Questa distinzione è così tenace e profonda da resistere per tutta l’epoca repubblicana, anche quando si è persa memoria di come è nata e ha dato quindi materiale agli studiosi per formulare le ipotesi più varie.
Un altro passaggio da segnalare è quello relativo al malcontento degli italici per le alte imposte pagate che andavano a favore dei residenti dell’Urbe, scontato ma inevitabile il riferimento ai ricorsi storici….

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