giovedì 25 ottobre 2007

Le bugie sulle pensioni

L’informazione è caratterizzata da tormentoni che ciclicamente ci assillano.
Sulle pensioni ci sono due affermazioni che vanno attualmente per la maggiore e che mirano a tranquillizzare i giovani circa il loro futuro. La prima è che con il nuovo accordo sul welfare ai giovani è garantita una pensione pari almeno al 60% del loro stipendio, l’altra è che le pensioni future saranno calcolate sulla base dei contributi versati e quindi un aumento dei contributi è una misura che favorisce i giovani.
Purtroppo si tratta di una presa in giro: stabilire il metodo di calcolo della pensione non garantisce nulla!
Puoi calcolare la pensione come vuoi, ma se non ci saranno i fondi per erogarla, le regole del calcolo verranno inevitabilmente cambiate, come è già successo in passato.
Un tempo l’importo veniva calcolato sulla base della retribuzione ricevuta negli ultimi anni lavorativi, poi il sistema non lo consentiva più e la regola è stata cambiata. Il sistema oggi funziona ancora in questo modo: i contributi versati da coloro che lavorano vengono usati per pagare coloro che sono in pensione. Quindi quando si dice che in Italia è stato introdotto il metodo contributivo si sta parlando solo del metodo di calcolo della pensione. Il sistema contributivo propriamente detto dovrebbe infatti funzionare così: chi lavora mette da parte anno per anno i propri contributi e poi li usa per pagarsi la pensione.
Oggi chi è in pensione si sente dire che è mantenuto dai giovani e giustamente si arrabbia e ribatte: ma io i miei contributi li ho versati! E magari per 40 anni. Però quei soldi sono già stati spesi, usati, dati a qualcun altro. La cosa grave è che, tra l’altro, sono serviti a pagare pensioni di invalidità a falsi invalidi, pensioni agricole a chi non ha mai visto un campo e così via.
C’è poi il capitolo delle pensioni baby: tutti a buttare la croce addosso a questi pensionati quarantenni, ma i pensionati baby non hanno truffato nessuno, la legge gli consentiva di andare in pensione e loro ci sono andati. Lo scandalo è la legge, scandaloso è chi l’ha fatta, scandaloso è che i sindacati non si siano opposti con tutte le loro forze. Sempre pronti alla protesta, quando si è trattato di tutelare e difendere i contributi dei lavoratori hanno preferito sorvolare comodamente sulla questione, tanto qualcuno ci avrebbe pensato in futuro, ecco ci stiamo pensando noi, oggi.

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