mercoledì 30 gennaio 2008

Riflessioni sull'aborto

La moratoria sull’aborto rischia di avere gli stessi effetti di quella sulla pena di morte: cioè nulli.
La proposta da Giuliano Ferrara ha raggiunto il suo obiettivo primario, che è quello di discutere del problema aborto, sia in ambito italiano, sia ambito internazionale ponendo la questione dell’aborto selettivo praticato in Asia. La discussione però scivola facilmente su questioni di principio e non entra nel concreto di ciò che è fattibile o su che cosa si può raggiungere un consenso sufficientemente ampio.

Personalmente ritengo che almeno un paio di aspetti della legge vigente dovrebbero essere modificati.
Il primo è quello concernente la figura del padre: nelle coppie dove il padre è disposto ad assumersi la propria responsabilità di genitore, il ricorso all’aborto non dovrebbe essere consentito.
Il secondo aspetto è quello che riguarda le settimane: non ho le conoscenze mediche per esprimermi, ma nel caso in cui il feto sia abbastanza avanti da poter sopravvivere, il feto non deve essere soppresso.
Per il resto sono contrario a reintrodurre l’aborto come pratica illegale.

Credo anche che una revisione della 194, soprattutto alla luce delle recenti sentenze del Tar, debba comportare un ripensamento della legge 40 sulla fecondazione assistita, per orientare tutta la legislazione verso un approccio più favorevole alla vita.
Su alcuni aspetti la legge non tiene in debito conto né la salute del bambino, né le legittime aspirazioni alla maternità e paternità delle coppie. Non penso che avere un figlio sia un diritto, né che per forza sia tutto concesso per raggiungere lo scopo, ma neanche si può considerare un capriccio quello che è invece un’aspirazione connaturata all’istinto della maggior parte delle coppie.
Quindi credo che le tecniche esistenti dovrebbero essere accessibili e che non sia giusto negare le diagnosi prenatali.
Personalmente sono anche favorevole alla fecondazione eterologa, ma mi rendo conto che probabilmente si tratta di una posizione minoritaria, non spendibile per cercare un compromesso generale tra le forze politiche su questi temi.

Pena di morte, aborto, diagnosi prenatale, obbligo di impianto, pillola del giorno dopo, fecondazione eterologa. Sono temi sui quali le sfumature personali sono molto differenti e probabilmente variano anche nel tempo. Non sto a fare il calcolo combinatorio ma se cercassimo di fare dei gruppi omogenei verrebbero fuori decine di posizioni diverse. Per questo trovare un punto di sintesi che abbia un’ampia convergenza è molto difficile.
Trovo positivo comunque che il dibattito sia aperto e io ho detto la mia.
Ah dimenticavo, ci sono crimini per i quali non ritengo affatto la pena di morte eccessiva. Ma questa è un’altra storia.

4 commenti:

Massimo ha detto...

La tua posizione mi sembra equilabrata e molto vicina alla realtà dei fatti.
I temi citati sono effettivamente diversi tra loro e non catalogabili in modo omogeneo.
Se si evitasse di farne una battaglia ideologica e se non esistessero i radicali che si buttano a pesce su ogni questione che può dare visibilità e invece dovrebbe essere lasciata alle coscienze individuali, staremmo tutti meglio .

Freeman ha detto...

infatti i radicali facendone dei temi imprescindibili non si schioderanno mai dal 2%.
Perchè su alcuni temi possono anche avere la maggioranza degli italiani, ma su tutti i loro temi contemporaneamente sarà difficile.

Anonimo ha detto...

penso che con il termine radicale massimo non si riferisse solo a "quel" 2%, ma a quella massa di persone che sa parlare solo di ideologia, ma che finisce quasi sempre dalla stessa stritolata.

Freeman ha detto...

sì forse con radicali intendeva estremisti... sono d'accordo che farne battaglie ideologiche non aiuta a discuterne, ne avevo scritto anche a proposito del rapporto tra scienza e religione e tra leggi e religione