domenica 22 aprile 2007

No alle armi? Sì alle armi? Un pò sì un pò no. Quello che i giornali non dicono.

Sono giorni di congressi ed i politici si scatenano, riversano nei microfoni tutta la loro abilità oratoria, evocano tutti i buoni propositi possibili ed immaginabili. Gli obiettivi sono ambiziosi ma chiari: sviluppo economico, equità, pace, onestà, e via di questo passo. Peccato che per il 99% dei progetti ci vogliono soldi e soldi non ce ne sono, se li dai a qualcuno vuol dire che li hai presi a qualcun altro, ma di questo meglio non parlarne ai congressi, meglio lasciare spazio ai valori. Che bello il paese dopo le riforme: finalmente si darà spazio ai meritevoli, si premierà il senso civico, il cittadino sarà al centro dei loro sforzi, è finita con i furbi che evadono, che corrompono, è finita con il paese dei raccomandati, dei nepotismi, dei furbetti. Ma si sa la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni e con il materiale avanzato hanno lastricato anche quella per il Parlamento. Così di cosa si occupano i nostri valenti rappresentatati per alleviare i problemi del paese? Un progetto di legge per consentire agli obiettori di coscienza di revocare la loro obiezione. A prescindere se fosse giusto o no il servizio militare, a prescindere che si può sempre cambiare idea, che messaggio si dà al paese? Che, se ti fa comodo per evitare il servizio militare, dici che sei contrario alle armi, poi quando il servizio non c’è più e le restrizioni che conseguono ti limitano, allora dichiari il contrario.
Per ora l’Italia dell’avvenire assomiglia molto a quella del passato, soprattutto nel peggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa notizia accende un'altra luce sul metodo che oggi si applica a ogni cosa: la scadenza.

Se le unioni affettive possono essere a scadenza, e in quanto tali riconosciute per legge nei di.co., mi sembrava che il lavoro a scadenza (per me flessibile, per altri precario) fosse davvero il male minore.
Se ora anche la coscienza ha una scadenza, possiamo chiudere baracca e burattini anche solo per un motivo: chi ci dà gli strumenti per fare questo nuovo esame di coscienza? Il problema ha mio avviso è profondo, oggi la coscienza non viene più allenata, da una parte si fa credere che a giudicare si fa peccato ( e il discorso sarebbe ampio ), dall'altra viene detto che non ci sono strumenti di giudizio per scegliere una verità piuttosto che un'altra.
E con queste scelte pubbliche a scadenza, si frantuma la coscienza civica.
e la cosa pubbblica scade. -spero di essere stata chiara-

Grazie per aver dato la notizia !

Sabina

Freeman ha detto...

sei stata chiarissima.
credo che una persona adulta, per essere tale, debba prima di tutto essere responsabile delle proprie azioni, invece andiamo sempre di più verso una deresponsabilizzazione, stiamo creando una società di bambini fuori tempo massimo.
PS
la notizia l'ho ricavata dal sito dell'Associazione Nazionale Alpini, credo ne abbia parlato solo il Giornale, per resto silenzio....