mercoledì 25 aprile 2007

Oggi è il 25 aprile

Oggi è il 25 aprile e vorrei ricordare un paese dove ci fu una dittatura, caduta sotto i colpi degli eserciti anglo-americani. Un paese occupato da forze straniere che insieme ai nostalgici di quella dittatura cercano di impedire l’avanzata agli anglo-americani. Queste forze straniere vogliono imporre un modello di società che nega i più elementari diritti, vogliono sterminare tutti gli ebrei e con loro tutti quelli che dissentono, conducono la loro battaglia compiendo eccidi, rappresaglie e stragi, compiendo esecuzioni dei prigionieri, militari e civili. C’è chi appoggia gli americani ed il modello che cercano di imporre, combattendo assieme a loro, c’è invece chi giustifica e appoggia chi si oppone agli americani. Il paese di cui sto parlando è l’Iraq. Le forze straniere che occupano ancora zone del paese sono le brigate di siriani, arabi, egiziani, giordani che sotto le insegne di Al-Qaeda lottano contro gli USA.
Oggi è il 25 aprile e le stesse persone che ieri tuonavano contro l’uso della forza americana in Iraq, pronunceranno discorsi nelle piazze italiane circa la nostra libertà conquistata con le armi e con il sangue.
Si dirà che è un’altra storia, un’altra guerra e questo è vero, ma è vero anche che allora non c’erano molte alternative: o si finiva sotto l’influenza americana o sotto quella tedesca, o magari sotto quella sovietica, come voleva qualcuno. Altre opzioni non erano disponibili, anche oggi in Iraq le opzioni sono limitate: protettorato americano, iraniano o califfato. O qualcuno pensa che a breve sia possibile edificare un Iraq federale, neutrale, democratico, diciamo una specie di Confederazione Elvetica. Io ne dubito.
Oggi è il 25 aprile e inevitabilmente in Italia si guarda indietro, ma quello che si vede non potrà mai essere chiaro, limpido, incontestabile, perché in una guerra civile si mescolano milioni di storie , milioni di persone, milioni di atti, a volte eroici, a volte meschini, trovi opportunismo, ignoranza, crudeltà, necessità materiali e grandi ideali, e li trovi da tutte le parti. Valutare con obiettività e distacco è difficile, per chi ha avuto i morti in famiglia è impossibile.
Oggi è il 25 aprile ed allora cito le parole di una partigiana: “Avevo quattordici anni. Quando l' anno dopo mi congedarono dall' Esercito Italiano-Corpo Volontari della Libertà, mi sentii così fiera. Gesummaria, ero stata un soldato italiano! E quando venni informata che col congedo mi spettavano 14.540 lire, non sapevo se accettarle o no. Mi pareva ingiusto accettarle per aver fatto il mio dovere verso la Patria. Poi le accettai. In casa eravamo tutti senza scarpe. E con quei soldi ci comprai le scarpe per me e per le mie sorelline. Naturalmente la mia patria, la mia Italia, non è l' Italia d' oggi. L' Italia godereccia, furbetta, volgare degli italiani che pensano solo ad andare in pensione prima dei cinquant' anni e che si appassionano solo per le vacanze all' estero o le partite di calcio. L' Italia cattiva, stupida, vigliacca, delle piccole iene che pur di stringere la mano a un divo o una diva di Hollywood venderebbero la figlia a un bordello di Beirut, ma se i kamikaze di Usama Bin Laden riducono migliaia di newyorchesi a una montagna di cenere, che sembra caffè macinato, sghignazzan contenti bene-agli-americani-gli-sta-bene. L' Italia squallida, imbelle, senz' anima, dei partiti presuntuosi e incapaci, che non sanno né vincere né perdere, però sanno come incollare i grassi posteriori dei loro rappresentanti alla poltroncina di deputato o di ministro o di sindaco. L' Italia ancora mussolinesca dei fascisti neri e rossi che ti inducono a ricordare la terribile battuta di Ennio Flaiano: «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti».
“No, no: la mia Italia è un' Italia ideale. È l' Italia che sognavo da ragazzina, quando fui congedata dall' Esercito Italiano-Corpo Volontari della Libertà, ed ero piena di illusioni. Un' Italia seria, intelligente, dignitosa, coraggiosa, quindi meritevole di rispetto. E quest' Italia, un' Italia che c' è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade. Perché, che a invaderla siano i francesi di Napoleone o gli austriaci di Francesco Giuseppe o i tedeschi di Hitler o i compari di Usama Bin Laden, per me è lo stesso. Che per invaderla usino i cannoni o i gommoni, idem.”
Si tratta ovviamente di due passaggi tratti da “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci.
Oggi è il 25 aprile e per concludere dirò quello che penso io: la guerra civile italiana è finita, e credo che non vorrebbero ricombatterla nemmeno quelli che ci sono morti, la Seconda Guerra Mondiale è finita e penso che per l’Italia la vittoria americana sia stato l’esito migliore oltre che inevitabile, penso che la fine di ogni guerra imponga a chi sopravvive di costruire un paese migliore. Oggi guardo indietro anch’io, domani però ricomincio a guardare avanti e fare quello che posso per fare in modo che l’Italia di oggi sia migliore di quella che l’ha preceduta.

1 commento:

CampaniArrabbiata ha detto...
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