lunedì 11 giugno 2007

Siamo in serie A. Forza Genoa.

Il Genoa è tornato in seria A, siamo in A dopo 12 anni ed è una gioia festosa che esplode incontenibile perché repressa per troppo tempo e soprattutto nelle ultime due stagioni quando, dopo essere stati in A per un giorno, ci siamo ritrovati in C. Ma forse è una gioia ancora più grande per i ragazzi più giovani che il Genoa in A non lo hanno mai visto. Io invece mi ricordo l’ultima volta che salimmo in A, era il 1989 era il Genoa di Franco Scoglio, ricordo il treno dei tifosi che, di ritorno da Pisa, in ogni stazione del Levante veniva accolto da una piccola folla pronta a fare baldoria insieme.

Questa volta invece l’appuntamento con il destino è stato a Marassi: Genoa-Napoli all’ultima di campionato, due tifoserie gemellate che devono assistere ad una sfida che potrebbe privare la propria squadra della promozione diretta, ma i piedi buoni di capitan Allegretti trasformano un calcio di punizione, la Triestina pareggia a Piacenza e così rossoblu e azzurri possono esultare insieme. Ero solo un bambino ma mi ricordo bene la partita del gemellaggio nel 1982. Era un calcio diverso, c’era “ Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio, con le voci inconfondibili dei radiocronisti, c’era 90° minuto, c’erano le figurine panini e si poteva imparare tutte le formazioni a memoria perché le rose erano piccole e c’erano 11 titolari e poi le riserve; c’era il mercoledì di coppa con le squadre italiane che facevano catenaccio in trasferta per strappare lo 0-0
e poi il ritorno in casa a cercare di ribaltare il risultato, le partite con le grandi europee erano rare e quindi appuntamenti imperdibili. Devo ammettere che oggi il calcio non mi emoziona più come allora, forse perché è cambiato o forse perché sono cambiato io; ma chi è nato e vissuto nell’era delle partite in tv tutte le sere non può apprezzare la differenza ed anche gli insulsi gironi a 5 squadre della coppa uefa forse sembrano una cosa normale. Per loro sono contento perchè una gioia collettiva come quella di una promozione è un’emozione bellissima, di quelle che non ti scordi mai.

Poi ci sono gli inguaribili, perché essere genoano spesso è una malattia, qualcuno dei miei amici più cari lo è, loro, nonostante tutto, dopo anni e anni continuano a soffrire, s’incazzano, godono in modo viscerale, come anch’io facevo qualche anno fa.

Comunque il Vecchio Grifone non sceglie mai strade facili e per la promozione ha scelto l’anno più difficile, un’annata di B irripetibile, una B che sommava più scudetti della A e che verrà ricordata per la presenza della Juventus, ma che avrebbe tante storie da raccontare, come ad esempio le sfortunate rimonte del Brescia e dell’Arezzo, il crollo del Bologna nel girone di ritorno, l’ottimo campionato della neopromossa Rimini; lo strano campionato del Mantova che in casa ha battuto tutte le prime tre, ma che non avrebbe partecipato neppure ai playoff, se si fossero disputati. Noi ce lo ricorderemo come il campionato del Genoa di Gasperini; due anni fa era stato il Genoa di Milito a dominare il campionato, quest’anno invece, senza nessun giocatore di quel calibro è l’allenatore a caratterizzare la squadra, una squadra che è stata capace di farci vedere in più occasioni un gioco spettacolare da stropicciarsi gli occhi.

Finalmente quest’estate potremo volare con la fantasia, sognare l’Europa, aspettare i colpi di Preziosi. Forza Grifone l’appetito vien mangiando.

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